Jacopo Robusti, in arte il Tintoretto, nasce a Venezia, il 29 aprile del 1518. È stato uno dei più grandi pittori italiani, esponente della scuola veneziana, ultimo rinascimentale e precursore dello stile barocco, imperante poi nel `600.
Al padre, e alla sua famiglia in genere, Jacopo deve innanzitutto il soprannome con cui è noto. Il nome di "Tintoretto" infatti è figlio del mestiere paterno: tintore di stoffe, appunto.
Sull`infanzia e l`apprendistato del giovane Jacopo si sa poco. Secondo il biografo Carlo Ridolfi, il Tintoretto scopre la sua vocazione nel laboratorio paterno, utilizzando i colori del padre per dipingere le pareti. Il Robusti, a questo punto, per incoraggiarne la vocazione, lo porta dal maestro di allora, Tiziano. Il grande artista però, temendo che l`allievo possa superarlo e offuscare la sua fama in poco tempo, lo caccia dalla bottega. L`episodio risalirebbe al 1530.
Ad ogni modo, è datato 22 maggio 1539 un documento ufficiale nel quale Tintoretto si firma "maestro", dunque in possesso di una propria bottega sita in Venezia, in campo San Cassian. È dell`anno dopo, 1540, la firma su una celebre "Sacra Conversazione", mentre sono i suoi i due soffitti con soggetti mitologici dipinti per la casa veneziana di Pietro Aretino. La prima, vera commissione di cui si ha traccia certa, riguardante il Tintoretto arriva da Vettor Pisani, nobile e titolare di una banca, intorno al 1541: in occasione delle nozze, chiama il giovane ventitreenne pittore per il restauro della propria residenza a San Paterniàn: sedici tavole incentrate sul tema delle Metamorfosi di Ovidio.
Nel 1547 comincia a lavorare alla celebre opera "La lavanda dei piedi", mentre l`anno dopo, l`Aretino gli scrive una lettera, in cui lo ringrazia per il lavoro svolto presso la Scuola Veneziana di San Marco. Il dipinto in questione è "Il miracolo di San Marco", commissionatogli anche grazie all`intervento del padre della sua futura sposa, Marco Episcopi, notabile e tra gli alti funzionari di Venezia.
Nel 1550 sposa, infatti, Faustina Episcopi, da cui avrà 7 figli, oltre ad avere avuto una figlia illegittima da una straniera: Marietta, la primogenita (la figlia illegittima), è stata l`unica ad avere abbastanza talento da poter seguire le orme del padre.
Tintoretto prosegue la sua collaborazione con la Scuola di San Marco, fino al 1566, lavorando ad altre tele raffiguranti il santo, come "San Marco salva un saraceno durante un naufragio", "Trafugamento del corpo di San Marco" e "Ritrovamento del corpo di San Marco". Intanto, nel 1549 porta a termine una delle tele più importanti di questo periodo, "San Rocco risana gli appestati", per la Chiesa San Rocco di Venezia.
Nel 1552 si impegna formalmente con il procuratore Giulio Contarini a dipingere le portelle dell`organo della chiesa veneziana di Santa Maria del Giglio o Zobenigo. Il 20 dicembre dell`anno dopo, il 1553, è attestato un pagamento ricevuto dal pittore veneziano per alcuni dipinti eseguiti a Palazzo Ducale. Intorno a questa data poi, il pittore sposa Faustina Episcopi.
Nel 1555, l`artista, ormai soprannominato anche "Il furioso", per il suo tratto e per l`uso drammatico della prospettiva, dipinge la celebre pala con "L`Assunta" nella Chiesa dei Gesuiti di Venezia, e "Giuseppe e la moglie di Putifarre", altro celebre lavoro, poi acquistato da Diego Velasquez per Filippo IV. Dell`anno dopo invece, è il dipinto "Susanna e i vecchioni".
Nel 1564 il pittore inizia a lavorare per la sala dell`Albergo della Scuola Grande di San Rocco, a Venezia. Sono questi gli anni in cui la competizione, per l`ottenimento delle committenze più importanti, è più che agguerrita. Tiziano, ad esempio, è uno di quegli artisti che cerca in tutti i modi di osteggiare la fama del rivale Tintoretto. Per sbrogliare la questione, a quanto si legge da alcune fonti e, anche, dalle cronache del Vasari, la Giunta della Scuola di San Rocco ha intenzione di indire un concorso vero e proprio, per l`assegnazione del lavoro dell`ovale di San Rocco in gloria. Nel 1564 però, "il furioso" anziché presentare gli studi dell`opera, come gli altri artisti, presenta direttamente l`opera, con tanto di misure e collocazione ove prestabilito. Con la sua offerta decisamente vantaggiosa, riesce così ad ottenere l`incarico desiderato, nonostante i malcontenti creati tra gli altri pittori. E, l`11 marzo del 1564, come si evince dalle fonti ufficiali, con 85 voti a favore e 19 contrari, Tintoretto viene nominato membro della Scuola e incaricato dell`esecuzione di un ciclo di dipinti incentrati sul tema della "Passione".
Quattro anni dopo, nel 1568, arrivano alcuni dei due capolavori dipinti per l`Albergo, "La discesa di Cristo al limbo" e "La crocifissione". Intanto, porta a termine il ciclo di "San Rocco", cominciato nel 1549, dando alla luce nel 1567 il meraviglioso "San Rocco in carcere".
Nel 1574 Tintoretto acquista una casa nella fondamenta dei Mori, a San Marziale, dove abita fino alla fine dei suoi giorni. Contemporaneamente, comincia i lavori per la Sala Grande Superiore della Scuola di San Rocco, dedicandosi alle tele del soffitto, di recente ultimato. La peste che si abbatte sulla città lagunare in quegli anni, porta l`artista a prendere la decisione di lavorare gratuitamente alla tela centrale del soffitto, come sorta di voto a San Rocco, protettore proprio degli appestati. Ultima le tele nel 1577.
Nel 1580 è a Mantova per la consegna degli ultimi quattro teleri dei "Fasti" e nel 1582 comincia a dipingere, per la Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale, a Venezia, il dipinto "La battaglia di Zara". Entro il 1588, porta a termine tutti i lavori per San Rocco.
Nel 1592 pertanto, inizia a lavorare ai capolavori "L`ultima cena" e "Gli ebrei nel deserto rifiutano la manna", entrambi per il Presbiterio di San Giorgio Maggiore, a Venezia.
Stando al suo atto di morte, dopo una febbre di due settimane, il Tintoretto muore il 31 maggio del 1594. Tre giorni dopo, viene sepolto nella chiesa della Madonna dell`Orto, nella cripta della famiglia Episcopi.
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